GEN. NICOLO' MANCA: 28° Comandante (e primo sardo) della Brigata SASSARI. Si dimise dall'Esercito in segno di protesta per la campagna di stampa contro le Forze Armate dopo la missione Ibis in Somalia. Nel 2013 ha restituito le onorificenze di Cavaliere, Ufficiale e Commendatore dell'Ordine "Al merito della Repubblica Italiana" in segno di dissenso per il comportamento dei politici nel caso dei Fucilieri di Marina tenuti in ostaggio in India.
SINNAI, 8 FEBBRAIO 2018 -
Da una prima lettura della Relazione finale presentata in Parlamento
dalla Commissione di inchiesta sull’uranio impoverito salta subito
agli occhi ciò ... di cui non c’è traccia. In primis si evita di
dire che nei poligoni sardi non è mai stato impiegato munizionamento
all’uranio impoverito. Significativo anche che non si faccia mai
riferimento, quanto meno per contestarne la valenza, al fatto che
organismi nazionali e internazionali abbiano certificato
ripetutamente che nelle aree di Teulada (Luca Gaviano e Donatella
Petretto ricercatori dell’Università di Cagliari) e in quella di
Perdasdefogu (Guinnes mondiale di longevità, Istituto Superiore di
Sanità e Comitato Internazionale dei Centenari) si vive più a lungo
rispetto al resto dell’Isola e addirittura del pianeta.
Appare quindi demagogico e avventato parlare di morti “a causa di o
per” prima che la medicina e la magistratura si esprimano (Valery
Melis docet). Nella relazione si evita anche di citare gli studi di
Franco Mandelli, Franco Nobile, Giuseppe Remuzzi, Giorgio Trenta,
Mario Marini, l’ARPAS regionale e quanti non hanno portato acqua al
mulino della Commissione. Per contro si tira in ballo la Procura
della Repubblica di Cagliari, fingendo di dimenticare che fu proprio
questo organismo a chiudere due inchieste (L’Unione Sarda del
25/2/2011) con la sentenza “Nessuna traccia di uranio impoverito”.
Peraltro non si fa più riferimento neanche alle polveri sottili,
all’arsenico e agli altri “ripieghi” tirati in ballo da consulenti
poco credibili man mano che le teorie della Commissione perdevano
appunto di credibilità. Più avanti si riscopre l’acqua calda della
“Penisola Delta”, cioè la penisoletta interdetta ove vengono
indirizzati i colpi di grosso calibro delle artiglierie; è arcinoto
che si tratta di un’area la cui bonifica richiederebbe tempi e costi
improponibili e che equivale notoriamente a un “sacrificio”,
evitabile solo a condizione di cancellare l’Arma di Artiglieria e il
relativo addestramento dalle Forze Armate, una scelta di portata
politica che non compete ai militari. A seguire la Commissione ha
virato di bordo e ha puntato sull’amianto delle navi della Marina
Militare, problema sacrosanto e reale come peraltro la presenza
dell’amianto sull’intero territorio nazionale; ma da qui a ergersi a
paladini della salute dei militari tutti significa accusare
l’istituzione, dai vertici all’ultimo dei professionisti, di essere
auto-lesionisticamente irresponsabile e latitante. A questo punto il
sospetto di una disperata ricerca di popolarità politica è forte.
Tuttavia è innegabile che un incontrovertibile e concreto risultato
la Commissione lo ha raggiunto: il giudizio espresso dai partiti di
appartenenza dei tre alfieri anti-militari è stato drastico: nessuno
dei tre (Scanu, Pili e Cotti) è stato ricandidato per le prossime
elezioni.
Sic stantibus rebus: perché non dare ora ascolto al grido di dolore
dei contribuenti che invocano l’istituzione di una “Commissione di
inchiesta che indaghi sui costi della Commissione di inchiesta
sull’uranio impoverito”? In fondo anche questo sarebbe un costo
della democrazia.
Gen. Nicolò Manca
SINNAI, 8 DICEMBRE 2017
- Con la fine
dell’anno anche per la Commissione sull’UI è tempo di consuntivi:
“Stop a poligono selvaggio!”. Una sintesi giornalistica,
tra le tante, grottesca e paradossale che rivela la volontà di
avallare una consistenza di risultati in forza dei quali i militari,
d’ora in avanti, sarebbero costretti a tenere una documentazione
attestante il munizionamento impiegato nelle esercitazioni e, al
termine delle stesse, a bonificare le aree interessate. Ma
scherziamo? Giusto degli sprovveduti possono dubitare che tali
incombenze non siano in vigore da sempre.
Ai disinformati sarebbe bastato, per prenderne atto, leggere
L’Unione Sarda del 19/9/2014 -pag. 2-: “Il volto di Teulada:
qui rispettiamo leggi e ambiente”. Basta un briciolo di
buonsenso per intuire l’assoluta necessità di una fase
post-esercitazione tesa a eliminare il munizionamento inesploso. Si
è mai sentito di un militare ferito o deceduto per una bomba a mano
o altro artifizio inesploso ereditato da precedenti esercitazioni?
L’eccezione della famigerata “penisoletta interdetta”
è racchiusa in un concetto accessibile anche agli antimilitaristi
più ortodossi: se si vuole disporre di forze armate e di aree
indispensabili per il loro addestramento occorre “sacrificare”
una zona, la più ridotta possibile, dove concentrare gli obiettivi
per i proiettili contenenti una carica esplosiva che, in caso di
mancata deflagrazione, sarebbe estremamente aleatorio individuare
nella profondità del terreno; operazione che comunque richiederebbe
tempi lunghissimi. E nel frattempo? Nel frattempo niente
addestramento e quindi niente forze armate … saremmo così l’unico
paese al mondo a fare questa scelta pacifista, edificante, catartica
e bla-bla-bla.
Un sommario consuntivo degli altri risultati conseguiti dalla
Commissione?
Uranio impoverito: è del tutto assente nei poligoni sardi
(quanto meno si sarebbe quindi dovuta cambiare da tempo la
denominazione della Commissione) come documentato dalla Procura di
Cagliari (La Nuova Sardegna del 25/2/2011), dall’ARPAS
regionale (L’Unione Sarda e La Nuova dell’1/4/2015), dal TAR
di Cagliari (L’Unione del 17/4/2015), dall’Istituto Superiore
di Sanità (ISS) (L’Unione del 15/8/2016) ecc. Significativo
anche che il sindaco di Villaputzu recentemente abbia promosso
un’azione legale contro chi diffonde in merito notizie false,
nuocendo all’immagine e all’economia agro-turistico-pastorale del
paese. Altrettanto significativo che in un’Aula Magna
dell’Università di Cagliari, il 24 novembre scorso, il sindaco di
Perdasdefogu abbia rivolto a due componenti della Commissione UI il
quesito: “Ma voi credete che se queste ipotesi avessero
fondamento noi continueremmo a vivere con i nostri figli a
Perdasdefogu?”.
Polveri sottili, fosforo bianco e altre new entry di ripiego:
sono state messe da parte o in ombra dalla stessa Commissione.
Danni alla salute della popolazione: per quanto concerne i “
bambini deformi e gli agnelli a due teste”: sussiste il rischio
che possa essere invocato (almeno fintanto che non ne venga
documentato il numero, il dove, il quando e il nesso di casualità)
il combinato-disposto dell’articolo 661 del Codice Penale (Abuso
della Credulità Popolare). Lo stesso articolo potrebbe essere tirato
in ballo anche qualora chi scrive tentasse di impressionare
l’opinione pubblica sostenendo l’assoluta necessità di bonificare
l’intero territorio nazionale dai milioni di miliardi di pallini di
piombo e, si badi bene, di uranio impoverito, sparati ogni anno dai
cacciatori contro le quaglie cinerine e le lepri scappa-scappa. Per
il problema salute fa testo quanto appurato sin dal 2001 dalle due
commissioni Mandelli, dal poderoso studio del professor Franco
Nobile (612 paracadutisti del 186° Reggimento più 11 giornalisti
reduci da Albania, Bosnia, Kosovo, Somalia, Mozambico e Timor-est,
sottoposti ciascuno a trenta esami di laboratorio e seguiti per un
anno da un centinaio di oncologi, ecografisti, dermatologi e
specialisti di radioprotezioni), dalle dichiarazioni del professor
Giuseppe Remuzzi, dagli studi dei professori Giorgio Trenta e Mario
Marini nonché dai pareri espressi dal già citato ISS.
A sconfessare platealmente le “accuse” della Commissione
contribuiscono poi gli attestati di longevità e buona salute delle
popolazioni teuladine e foghesine espressi dall’Università di
Cagliari con i ricercatori Donatella Petretto e Luca Gaviano, dal
Guiness mondiale di longevità assegnato alla famiglia Melis di
Perdasdefogu, dall’attestato dell’ICC – Comitato Internazionale dei
Centenari- e ancora dall’ISS.
Ciò detto è poco credibile che la Commissione si proponga ora come
paladina della salute dei militari (inevitabile non pensare al
“Ma mi faccia il piacere!” di Totò) oppure come motore di
ingenti finanziamenti per bonificare non si sa bene che cosa,
compensando così il danno economico che ha già penalizzato La
Maddalena e Decimomannu e che colpirebbe ancor più duramente le aree
di Teulada e di Perdas. C’è da chiedersi come mai la Commissione non
abbia alzato la sua voce tonitruante contro la proposta di
potenziare la base di La Maddalena per le esigenze della Marina
Militare Italiana. Ma come? Dopo tutti gli sforzi per mandare via i
militari USA (e i relativi dollari) ora si accettano altre navi
militari?
Questo particolare mi fa tornare alla mente la lettera di un tenente
colonnello paracadutista, Luigi Chiavarelli, che in procinto di
partire per una zona ad alto rischio, scrisse sul “Giornale” del 27
luglio 1995: “Preparo lo zaino sotto lo sguardo triste di mia
moglie e dei miei figli. Preparo lo zaino in attesa che quei
politici che mi disprezzano, che non mi fanno addestrare e che non
mi danno i mezzi né le armi per farlo, dicano: vai a morire che
vogliamo sentirci buoni! Ma quando diventeremo un popolo serio?”.
Un’ultima riflessione: mi chiedo quanto sia costata fino ad oggi in
consulenze, diarie, sopralluoghi, convegni, analisi, spese
giudiziarie, riesumazione di salme, tonnellate di carte ecc
l’attività della Commissione UI. Certamente una cifra su cui i 18
milioni di Italiani a rischio di povertà e i 4 milioni di invalidi
avrebbero da recriminare. Con quali risultati poi? Di invitare i
militari a sgomberare il campo, Brigata SASSARI inclusa, portando
altrove molte migliaia d buste paga e, nel frattempo, a continuare a
fare quello che hanno sempre fatto circa la registrazione del
munizionamento e la bonifica dei poligoni.
Tutto questo mi induce alla trivialità al punto da fare mia una
citazione finale: la parola pronunciata il 18 giugno del 1815 a
Waterloo dal generale Cambronne. “Merde”.
Gen. Nicolò Manca
1986
-poligono di capo teulada - esercitazione NATO distant hammer
POLIGONI MILITARI, SALUTE E TUTELA AMBIENTE - MILITARY RANGES, HEALTH AND ENVIROMENT
...E SE ACCADESSE? CHIUDE POLIGONO CAPO TEULADA, SASSARINI RISCHIERATI NELLA PENISOLA
NO B'HAT ÒMINE - A CAPO FRASCA RESA DEI CONTI TRA PARTITI MINORI E QUELLI MAGGIORI
NOS HANTA ORROSCHIU - "CI HANNO STUFATO"
GRANDI NUMERI E PICCOLI UOMINI
RECORD DI LONGEVITA' ACCANTO AI POLIGONI SARDI, QUAL E' LA VERITA' SU INQUINAMENTO E SALUTE
URANIO IMPOVERITO IN SARDEGNA OVVERO LA GRANDE BUFALA
LE ETERNE (E COSTOSE) COMMISSIONI DI INCHIESTA
CONTRO LA PRESENZA MILITARE IN SARDEGNA NUOVO SEQUEL DELLA GRANDE BUFALA 2.0
SARDEGNA, FINTE VERITA' E SCOOP MANCATI
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AUT. TRIB. CAGLIARI N. 9/13 DEL 9 LUGLIO 2013 -
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PAOLO
VACCA
GEN. NICOLO' MANCA
il
punto di
GIANGABRIELE CARTA
IL POLIGONO
DI CAPO TEULADA E LA BRIGATA SASSARI
il
punto di
NICOLO' MANCA
POLIGONI
MILITARI, SALUTE E TUTELA DELL'AMBIENTE
lettera aperta
al Presidente Regione Autonoma Sardegna, Francesco Pigliaru
RENATO CAMMARATA
DELEGATO COCER ESERCITO
ANTONSERGIO BELFIORI
Delegato Nazionale
COCER INTERFORZE