Per gentile concessione dell'Autore Riccardo Boi e del sito dedicato al modellismo KITSHOW.NET riproponiamo l'interessante articolo dedicato al Reggimento Fanteria di Ordinanza SARDEGNA (la cui fusione con i Granatieri fece assumere agli stessi la denominazione "di Sardegna") apparso per la prima volta il 28 Ottobre 2014. Modellini e foto sono di Riccardo Boi.
di RICCARDO BOI
Qualche tempo fa, e con non poca sorpresa, mi è capitato di leggere il
saggio
"I Sardi di Vittorio Emanuele I e Carlo Felice" interessante
e originale lavoro (frutto di una certosina ricerca negli archivi di
Stato di Torino) che vuole analizzare il (non molto conosciuto)
contributo della gente di Sardegna alle armi sabaude ante Unità
d'Italia. L’autore, Alberico Lo Faso di Serradifalco, è un generale
dell’Esercito in pensione (con simpatie monarchiche? ed importanti
esperienze nei Servizi) che ha all’attivo diverse altre pubblicazioni
storiche a rilievo militare.
Frequenti nel saggio i rimandi al Rgt. fanteria di ordinanza SARDEGNA
(cui è dedicata la parte della
mia collezione che qui presento).
E non potrebbe essere diversamente, posto che la Sardegna (pur parte dei
possedimenti di casa Savoia dal 1720) fino al 1848 (anno della
cosiddetta fusione perfetta con i territori di terraferma dei Savoia)
era esentata, per espressa previsione del trattato di Londra (che aveva
concesso il Regno di Sardegna ai Savoia), dalla coscrizione militare e
che quindi, in tale periodo, nella sostanza, il Rgt. fanteria di
ordinanza SARDEGNA (fondato a Cagliari nel 1744) era, in pratica, la via
di accesso privilegiata dei Sardi ai ranghi dell’Esercito.
Il SARDEGNA, infatti, era un reggimento professionale composto, dopo i
primi anni, in massima parte (se non esclusiva) da volontari (soldati e
ufficiali) sardi.
Ed allora, senza qui poterne ripercorrere per intero la storia, mi piace
ricordare, a riprova della considerazione in cui era tenuto il
reggimento, le parole rivolte al suo comandante (col. De Candia) dal Re
Carlo Felice nel 1821 (al termine della rivolta militare che,come noto,
interessò buona parte dei reparti militari quell'anno):
".. l'ottima condotta del reggimento.. tenuta nelle tristi vicende
che afflissero il Piemonte e le vive dimostrazioni di devoto
attaccamento date...sono per noi motivi di una verace soddisfazione e
nuovi titoli alla stima ed all'affezione che già ben grandi avevamo per
codesta onorata truppa, della quale ci rammenteremo sempre con piacere
di aver avuto personalmente per molti anni il superiore comando...".
Occorre del resto ricordare che, nel 1816, il reggimento, per diretta
scelta del sovrano (grato per la sua opera ai tempi "dell'esilio in
Sardegna"), aveva assunto la denominazione di Reggimento Cacciatori
Guardie e così il rango di "Guardie" (che fra i reparti dell'Armata
spettava solo al mitico Reggimento Granatieri).
In questa linea, nel 1832, il "Reggimento dei Sardi" andò a
formare, con i Granatieri, la Brigata Guardie (fior fiore dell'Armata).
Torino, Genova, Cagliari, Nizza e Alessandria le principali sedi del
reparto negli anni.
E venne il 1848 e la I guerra d'indipendenza; in battaglia a ciascun
reggimento Granatieri (portati nel frattempo a due) fu assegnato un
battaglione del "reparto dei sardi".
Pastrengo, Santa Lucia, Valeggio, Milano (viali fra Porta Romana - Porta
Vicentina e fra Porta Romana - Porta Tosa) le battaglie in cui furono
schierati i nostri "tenendo comportamento ammirabile" (naturalmente
testimoniato anche dalle ricompense al valore riconosciute a ufficiali e
soldati).
Ma parlavo di sorpresa dalla lettura del saggio, cerco di spiegarmi
allora.
Vi si legge che, nel 1859, a seguito dell'annessione della Lombardia, si
decise di procedere alla costituzione di 10 nuovi reggimenti di fanteria
e fra questi ben 5 (!!) furono affidati al comando di ufficiali sardi
(naturalmente nell'attuale accezione geografica del termine e non quindi
con riferimento al nome ufficiale dei sudditi dell'allora Regno di
Sardegna).
Se si pensa che, all'epoca (il dato, naturalmente, cala ulteriormente
con l'annessione della Lombardia), gli abitanti della Sardegna
rappresentavano solo il 12% della popolazione del Regno sabaudo e si ha
a mente quanta importanza dava allo strumento militare e relative
gerarchie la monarchia del tempo, credo non se ne possa che ricavare
l'esistenza di una particolare considerazione in cui erano tenute le
virtù militari dei sardi.
E così, abituati per il periodo in questione dalle letture in gioventu'
(di deamicisiana memoria, per intenderci) ad associare i sardi... ai
tamburini, ci si ritrova improvvisamente con una forte presenza, invece,
di comandanti chiamati ad assumere ruoli importanti in fase
delicatissima per i progetti del Regno.
Evidentemente, allora, il Rgt. fanteria di ordinanza SARDEGNA fu una
buona fucina per questi bravi soldati. Onore a loro, anche se
dimenticati.
descrizione dei soldatini (da sinistra verso destra per chi guarda):
fuciliere del rgt. "sardegna" (kit la meridiana modificato), sergente
alabardiere del "sardegna" (elemento autocostruito), portaguidone del
"sardegna" (kit la meridiana modificato), fuciliere del "sardegna" (kit
romeo models), ufficiale del "sardegna" (kit romeo models), dragone di
sardegna (kit amis), fuciliere rgt. "sicilia"* (kit art girona),
fuciliere rgt. "sicilia"*(kit masterclass).
* Il reggimento "sicilia" arrivo' ad annoverare fino al 40% di sardi
nelle sue fila. Nel 1751 il reggimento fu infine sciolto facendone
confluire la componente sarda nel "sardegna".
P.S.
Difficile non pensare al precedente del SARDEGNA come ispirazione per la
nascita della mitica Brigata SASSARI nella prima guerra mondiale (pur
essa a "leva sarda", si ricorderà).
In realtà, però, la storia militare non riconosce continuità fra le due
unità. Il SARDEGNA, infatti, (che nel frattempo, come già ricordato,
aveva assunto, ferma la Sardegna come bacino di reclutamento, la nuova
denominazione di Cacciatori Guardie) nel 1852 si fuse con i due
Reggimenti Granatieri della Brigata Guardie (5 compagnie del SARDEGNA
confluirono nel primo reggimento Granatieri ed altrettante nel secondo).
A perenne ricordo dell'antico e valoroso SARDEGNA il reparto dei
Granatieri assunse quindi il nuovo nome di Brigata Granatieri di
SARDEGNA. E' quindi questo reparto che ha ereditato e conserva bandiere
e tradizioni del SARDEGNA (oltre, naturalmente, quelle dei Granatieri).
rgt.
fanteria di ordinanza sardegna © Riccardo Boi -
bandiera
colonnella del reggimento d'ordinanza sardegna
(al centro i quattro mori affiancano le aquile sabaude)
Su intervento del Presidente Cossiga, sul finire degli anni 80, alla Brigata SASSARI fu concesso (come tradizione solo per i più antichi reggimenti nel nostro esercito) l'uso di bandiera colonnella che evidentemente si rifaceva a questo vessillo. Come detto, però, le tradizioni del SARDEGNA sono custodite dai Granatieri e quindi l'operazione non era storicamente corretta.
18 febbraio
2016, roma, basilica di santa maria degli angeli.
con l'uniforme bianca, gli
uomini che rievocano l'antico reggimento sardegna
I Granatieri, in armi e in gran tenuta storica, celebrano cerimonia di
suffragio in onore di don Alberto Genovese, duca di San Pietro che
(figlio del nobile sardo fondatore del reggimento fanteria Sardegna, don
Bernardino Antonio Genovese e a sua volta comandante del reggimento) nel
1766 riservò per gli orfani, le vedove e la banda del reggimento
cospicuo lascito testamentario.
Con la fusione del 1852 fra reggimento SARDEGNA e Granatieri, il lascito
e i relativi impegni di riconoscenza verso il duca sono stati ereditati
dai Granatieri.
La cerimonia dal 1776 a tutt'oggi si è sempre tenuta, anche se i reparti
erano coinvolti in azioni belliche (beh, e' bello avere conferma che la
parola data continua ad aver valore. Almeno per alcuni).
RICCARDO BOI
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