i libri di GIULIANO CHIRRA
MORTOS E ISPÈRDITOS IN SA RUSSIA

CAGLIARI, 28 NOVEMBRE 2021 - È dedicato ai soldati sardi che hanno combattuto nella Campagna di Russia Mortos e Ispèrditos in sa Russia, l'ultimo libro dato alle stampe da Giuliano Chirra. Frutto di un quarantennale lavoro di ricerca sul campo, il lavoro del medico scrittore di Bitti colma, grazie al preziosissimo materiale documentale raccolto, la lacuna che aveva finora impedito di conoscere le storie dei sardi morti e dispersi nelle steppe di Ucraina e Russia e nei campi di prigionia. Quello russo è un fronte del quale - grazie alla memorialistica - sappiamo molto ma, se si esclude la vicenda della Medaglia d'Oro al Valor Militare Italo Stagno, Tenente del 1° Reggimento Alpini, ricordato a Cagliari con una piazza e un monumento funebre nel cimitero di San Michele, fino al nuovo libro di Chirra poco o nulla si sapeva degli altri combattenti sardi.

Il lavoro di ricerca e ricostruzione storica di Chirra era cominciato con Trattare ke frates, Kertare ke inimikos e La Brigata Sassari nella Battaglia dei Tre Monti, Successivamente l'Autore ha concentrato le sue ricerche fuori dai confini nazionali. In Mortos in terra anzena - 1915-1918 (tre volumi pubblicati nel 2008) ha ricostruito le storie dei 1846 soldati sardi caduti fuori dei confini italiani durante la Grande Guerra. Poi nel 2017 Mortos in sas Africas, dedicato ai Caduti sui fronti africani e nel mar Mediterraneo, nel quale, dopo decenni di oblio, ha fatto riemergere nomi e foto dei sardi morti nei deserti dell'Africa Settentrionale, in Abissinia, Eritrea e Somalia, nel fronte "aeronavale", deceduti in prigionia, ma anche periti nell'Egeo, nell'Oceano Atlantico e nel mare Adriatico. Nel 2018 Kent'annos dae sa gherra europea - Il centenario della guerra dei Sardi e, infine,  nel 2019, Giuliano Chirra ha pubblicato un lavoro sull'ultima disperata resistenza italiana in Africa Orientale nel Novembre del 1941: Elogio a Culqualber. Nel libro Chirra ricostruisce i fatti d'arme nei capisaldi a ridosso del campo trincerato di Gondar e ricorda i nomi dei carabinieri sardi caduti in Africa Orientale Italiana.

In Mortos e Ispèrditos in sa Russia l'Autore restituisce un nome e un volto a molti dei combattenti sardi in Ucraina e Russia, (sarebbero almeno 1100 i Caduti, secondo le ricerche dell'Autore) e ne racconta le storie grazie alle testimonianze dei familiari e ai documenti. Chirra porta alla luce storie e personaggi di cui fino ad ora poco o niente si sapeva o si voleva sapere. È il caso di Graziano Sardu, di Nurachi, classe 1899, caduto a  Zapkowo il 18 dicembre 1942. Console comandante del Gruppo Battaglioni Camicie Nere d'assalto "Leonessa", già ferito in combattimento rifiutò di porsi in salvo su un automezzo tedesco, restando con i suoi uomini accerchiati e morendo con loro. «Il Comandante già ferito avrebbe potuto salvarsi. Rifiutò  - racconta Chirra - e scelse serenamente la via indicata dall'onore militare al quale aveva dedicato e improntato tutta la sua vita: non abbandonare il posto di combattimento e condividere la sorte finale con i suoi uomini, gli ultimi 400 rimasti dei 1750 originari». Nel raccontare la vicenda, l'Autore propone la commutazione della Medaglia d'Argento alla memoria, conferita al Console Sardu nella Campagna di Russia, in Medaglia d'Oro. «Auspichiamo che le ragioni che eventualmente si oppongano a tale commutazione - scrive Chirra -  non risiedano nel fatto (legato solo alla Storia e non al giudizio degli uomini) che il Console Sardu, sotto l'uniforme grigioverde del Regio Esercito, indossasse la camicia nera della Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale, ovvero la quarta Forza Armata dello Stato».

Nel suo nuovo lavoro, Giuliano Chirra intitola un capitolo "Mostrine bianco rosse in Russia". È il racconto finora inedito delle vicende di circa 250 uomini, tra Ufficiali, sottufficiali e soldati, mobilitato in San Giorgio di Nogaro dal Deposito del 151° Reggimento di fanteria della XII Divisione SASSARI, per costituire il LXIII Battaglione Armi d'accompagnamento del 151°. Pur appartenendo al Regio Esercito e continuando a indossare le mostrine bianco-rosse, il LXIII Battaglione Armi d'Accompagnamento "Sassari" fu messo alle dipendenze del Comando della Legione "Tagliamento" della Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale  e con essa combatté - scrive Chirra - sul fronte russo dall'agosto del 1941 al luglio del 1942; quindi affrontò la seconda parte della campagna con l'Armir fino al rientro in Italia nel 1943. Nel capitolo l'Autore pone un interrogativo: la Medaglia d'Oro e la Medaglia d'Argento al Valor Militare al Gruppo battaglioni "Tagliamento" sono dovute storicamente e moralmente alla Bandiera del 151° Fanteria? Un interrogativo destinato ad originare un dibattito che in Mortos e Ispèrditos in sa Russia Chirra apre con una serie di documenti e testimonianze che raccontano dell'umanità e del valore di quei soldati.

Di Giuliano Chirra sono anche le cartografie, le fotografie e i disegni che corredano l'opera. In copertina acquerello dell'Autore "Elmetto italiano perduto nella steppa russa". La grafica e l'impaginazione sono di Roberto Satta. Per prenotare una copia dell'opera è possibile contattare l'Autore inviando un sms al n. 3478101663.

 

 

© 2013-2021 - CON LA BRIGATA SASSARI - TUTTI I DIRITTI RISERVATI - ALL RIGHTS RESERVED
AUT. TRIB. CAGLIARI N. 9/13 DEL 9 LUGLIO 2013 - DIRETTORE RESPONSABILE PAOLO VACCA