Il 27 di giugno del
1916 Francesco Loddo, sassarino effettivo al 151° Reggimento,
cadeva sull’Altopiano di Asiago, a Monte Zebio. Il fatto passò
inosservato perché lo stesso giorno morì in combattimento il
comandante della SASSARI, il generale Eugenio Di Maria. Due anni
dopo anche il fratello di Francesco, Giuannicu, mio nonno materno,
cadde sul Piave, proprio quando si aspettava che gli concedessero
una licenza per recarsi ad Ortueri per vedere la figlia appena nata,
mia madre.
Ripensando alla cerimonia svoltasi a Sassari per il cambio del
comandante della Brigata e per celebrare il rientro della SASSARI
dall’Afghanistan, ho collegato quanto accaduto in quel lontano 27 di
giugno con un’altra notizia passata anche questa inosservata
(intenzionalmente?) sulla stampa sarda del 26 settembre. La notizia
in questione è che anche la base di Decimomannu chiude i battenti:
via i tedeschi, via, sembra, la nostra aeronautica e via Capo
Frasca. Lo Stato Maggiore dell’AM ha stipulato con la Francia un
accordo in base al quale i nostri piloti andranno ad addestrarsi in
Corsica, nella base di Solenzara. Non è chiaro cosa sarà del nucleo
Search and Rescue e del sistema radar per il controllo aereo
operanti a Decimo anche per le esigenze non militari.
Alla cerimonia in piazza d'Italia era presente una delegazione
giunta da Kabul per esprimere all’Italia, alla Sardegna e alla
nostra Brigata la gratitudine del popolo afghano per il contribuito
determinante dato allo svolgimento di libere elezioni e
all’addestramento del loro esercito che presto dovrà assumersi il
compito di continuare da solo la lotta al terrorismo. Accorato il
grazie degli afghani anche per le scuole, i pozzi, i ponti e
l’aeroporto realizzati laggiù. Peccato che il presidente Francesco
Pigliaru, preso dai suoi compiti istituzionali, non si sia potuto
spostare da Cagliari nella sua Sassari per rappresentare la
Sardegna.
Al termine della cerimonia sono stato intercettato da un gruppo di
sassarini informati sugli sviluppi riguardanti la base di
Decimomannu. “Comandante, che succede?”. “Succede che,
dopo La Maddalena, chiude anche Decimo. A Roma gli stati maggiori
sono alla ricerca di alternative che garantiscano l’addestramento
dei reparti. Mentre mezza Europa è in subbuglio per l'Isis, in
Sardegna la campagna mediatica e politica contro la presenza
militare ha subito un’accelerazione. Non c'è giorno in cui i nostri
vertici non sentano delle iniziative dell’onorevole Pili, delle
pressioni del governo regionale e dei martellanti articoli di stampa”.
Infatti in un’intervista riportata sull’Unione Sarda del giorno
prima era stata richiamata in campo da Modena anche la dottoressa
Gatti, una biologa incaricata anni fa dalla Procura di Lanusei di
indagare sul poligono di Perdas. A Quirra infatti non era stata
trovata traccia di uranio impoverito (come d’altra parte a Teulada,
né poteva essere altrimenti perché, come lo SME ripete da decenni,
là non si sono mai sparati proiettili di quel tipo). Tuttavia a
Quirra fu trovato dell’arsenico che però, non avendo le stellette in
quanto residuo di lavorazione delle locali miniere di Baddu Locci,
non interessò più di tanto. Allora si andò alla ricerca di altri
inquinanti e furono tirate in ballo le polveri sottili, quelle che
infestano tutte le metropoli del pianeta. Perché quell’indagine sia
stata affidata alla Gatti e non alle nostre ASL o alle Università
sarde o all’Istituto Superiore della Sanità non è dato sapere. Per
la verità in una precedente indagine, tesa a fare luce sulle
radiazioni di matrice USA a La Maddalena, era stato chiamato da
Sassari un docente universitario che però certificò l'inesistenza di
radiazioni. Durante una conferenza tenuta all’ERSU di Cagliari, quel
professore raccontò quel che gli accadde quando si presentò ad un
convegno promosso per illustrare i risultati della sua ricerca: i
“soliti personaggi” lo spintonarono, gli impedirono di parlare, lo
accusarono di imperizia e di essere al soldo dei militari. Ora che
gli americani hanno lasciato La Maddalena, i “soliti personaggi”
dovrebbero ammettere che le radiazioni erano una bufala… a meno che
i millenari tempi di decadimento delle radiazioni non si siano
improvvisamente ridotti, per grazia divina, a tempi insignificanti,
e solo in virtù di questo miracolo, appena spariti gli americani
sono sparite anche le radiazioni! Peccato che sia sparita anche la
ricaduta economica legata alla presenza americana. Anche i fautori
del “via gli americani” si sono rivelati dei Re Mida alla rovescia
che hanno la capacità di trasformare in povertà tutto quello che
toccano. Così è successo a La Maddalena, così sta succedendo a
Decimo e così sarà nel Sulcis fino a Teulada: economia in calo e
commerci in discesa grazie alla scomparsa della ricaduta economica
militare. E' drammatica la notizia dell'investimento decennale di 40
miliardi di euro dirottato da Perdas in Puglia dalle aziende che
stanno sviluppando la tecnologia dei droni. Il garbato monito
lanciato lo scorso 13 settembre sull'Unione Sarda dal Procuratore
Generale Ettore Angioni è in realtà un grido di dolore spezzato a
favore delle popolazioni locali.
Nella recente intervista, la dottoressa Gatti ribattezza le polveri
sottili col nome di “polveri della guerra” e in un crescendo
impressionante associa Quirra alla caduta delle Torri Gemelle di New
York, dove “le sostanze diffuse nell’aria hanno provocato 70 mila
-settantamila!- morti tra pompieri, volontari, assistenti sanitari e
forze dell’ordine intervenuti dopo la tragedia: tumori, diabete,
problemi polmonari, escrescenze “strane” al cervello, malattie
"sconosciute”. E’ comprensibile che anch’io sia stato preso dal
panico: l’Isis e Al Qaeda sappiano che con un paio di attentati di
quel tipo possono decimare gli Stati Uniti e fare ogni volta
all'incirca tanti morti quanti ne fece la bomba atomica di Hiroshima
(100.000 vittime). La dottoressa Gatti suggerisce quindi ai pastori
di Perdas, scettici sulle “teorie inquinanti” quanto i pescatori del
Sulcis per Capo Teulada, di non utilizzare quei pascoli ma di
allevare il bestiame con foraggio prodotto “con culture
idroponiche, cioè fuori suolo, sostituendo la terra con argilla
espansa, perlite, vermiculite, fibra di cocco e lana di roccia”.
E io che credevo che la lana di roccia fosse tossica! Per quanto
riguarda tutti gli altri dati riportati nell'intervista riproposta
dalla dottoressa Gatti non si può negare all’opinione pubblica il
diritto di sapere dalle Asl ( e solo da queste) se i dati in loro
possesso, in termini assoluti e percentuali raffrontati con le altre
realtà sarde, siano in linea con quanto sostenuto dalla dottoressa
Gatti. Sarebbe utile conoscere anche un parere in merito alle “mogli
dei soldati reduci dal Kosovo che anche loro si sono ammalate di
tumore, contagiate dallo sperma dei mariti”. Io stesso sono
mosso dal desiderio di farmi una ragione del perché a Ortueri, un
paese lontano da tutti i poligoni, anche quest’anno è nato qualche
agnello deforme e in passato più di un pastore, mio parente, è morto
di cancro. Perché non riesumare anche quelle salme per capire il
perché di quelle morti?
E poiché una domanda tira l'altra, eccone un'altra: perché dare in
pasto al popolo del web, insieme alle immagini di tre agnelli di
Perdas malformati, anche quelle di due poveri bambini colpiti da
malattie rare? In tempi in cui alla tv si oscura il sorriso di un
bambino sano (…per la privacy, bofonchiano i benpensanti!) perché
non avere pari o maggiore sensibilità verso un bambino malato? Non
sarebbe meglio mettere al posto di tali immagini quelle dei nove
fratelli Melis di Perdasdefogu, da Consola, di 107 anni, alla
“piccola” Mafalda di 79; nove fratelli che mangiando per quasi un
secolo i prodotti di quella terra e respirando quell'aria hanno
totalizzato 836 anni di vita, conquistando il Guinnes mondiale di
longevità. Con buona pace delle “polveri della guerra”. Questo
eccezionale primato ora viene però insidiato a livello mondiale,
come si legge alla pagina 35 dell'Unione Sarda del 28 settembre, da
... lo lascio indovinare ai “soliti personaggi”? Bravi! Hanno
indovinato! Sono proprio gli abitanti di Teulada, tra cui si contano
4 centenari, 330 ultraottantenni e 953 over 65! L'effetto positivo
dei poligoni sta dilagando. Infatti due studiosi dell'università di
Cagliari, Donatella Petretto e Luca Gaviano, hanno scoperto che
Giuannica Putzu (106 anni), Bardilia Marras, Veronica Murgia e
Grazia Pilloni (tutte di 102 anni) più i 1283 old di Teulada, su una
popolazione di 3600 abitanti, equiparano il paese alle “blue zone”
del pianeta dove è più alto il numero degli “ultra anziani ultra
efficienti”. Superfluo ricordare che i pastori di Teulada fanno
pascolare il loro bestiame anche all'interno del poligono. A questo
punto è d'obbligo una battuta buona per l'inserto satirico
dell'Unione: il poligono è come la telefonata: allunga la vita! Ma
fuor di metafora dubito che queste statistiche relative alla
longevità a Perdas e a Teulada servano a qualcosa, perché non
essendo funzionali a un certo teorema saranno ignorate o confutate,
e non trasformeranno mai i miserere fasulli in più onesti
tedeum.
Ma tornando alla cerimonia sassarese era inevitabile che il cronista
A. Di. -che il giorno dopo ne ha fatto il resoconto sull'Unione
Sarda- cogliesse l'occasione per citare ancora “l'imponente
manifestazione di Capo Frasca contro le servitù”; un dettaglio in
linea con l'articolo della pagina precedente firmato da Luca Mascia
(ma perché alcuni giornalisti si firmano per esteso e altri no?),
quasi un bollettino diramato ad uso e consumo dei “soliti
personaggi” : appuntamento per una nuova manifestazione
antimilitarista il 4 ottobre a Santa Giusta e indicazioni per le
iniziative da promuovere sotto le aule dei tribunali per manifestare
la propria aspirazione affinché gli ufficiali inquisiti per Perdas
siano condannati. Non poteva mancare poi la quotidiana nota del
parlamentare sardo doc Mauro Pili.
Alla notizia della nuova manifestazione promossa per il 4 ottobre
dai “soliti personaggi” dei partiti dello zero virgola e a quella
della chiusura della base di Decimo, se ne è poi aggiunta una terza:
l'invito rivolto ai fedeli il 21 settembre da un sacerdote durante
l'omelia della messa domenicale delle 11:30 nella cagliaritana
basilica di Bonaria: “fate sentire la vostra voce contro la
presenza dei militari a Calamosca e contro i poligoni”. Anziché
farsi venire l'idea di recitare la preghiera del soldato per
ricordare i nostri 53 caduti nella sola missione in Afghanistan e i
cristiani sgozzati recentemente dai terroristi, il ministro di Dio
ha esortato i fedeli a schierarsi con i “soliti personaggi”. La cosa
mi ha prima fatto cascare le braccia e poi girare le scatole. Mi
sono detto che i “soliti personaggi” e i loro spalleggiatori occulti
e palesi “NOS HANTA ORROSCHIU”; letteralmente “ci hanno
stufato”. A questo punto l'omelia del sacerdote ha ispirato
anche a me una riflessione sulla cosiddetta maggioranza silenziosa.
La critica più grave che si può muovere alle maggioranze silenziose
è quella di … essere silenziose. Quindi anch'io sono stato tentato
di proporre ai volontari della SASSARI (ma anche a tutti gli altri
militari che rischiano, con l'eventuale chiusura anche di Quirra e
di Capo Teulada, di essere trasferiti fuori Sardegna) di far sentire
la loro voce. Ci si potrebbe radunare una domenica mattina a
Cagliari nello spazio tra lo stadio di Sant'Elia e il mare.
All'adunata potrebbe partecipare chiunque non la pensi come i
“soliti personaggi”. Vietate le interferenza, le presenze e le
simbologie politiche, i discorsi o le semplici dichiarazioni.
Saremmo lì solo per incontrarci e guardarci negli occhi, per
ricordare che un soldato prima che amato deve essere rispettato per
le sue idee e per le sue aspirazioni. L'unica bandiera ammessa
sarebbe il tricolore, gli unici simboli i labari delle associazioni
d'arma, gli unici inni Fratelli d'Italia e Dimonios, l'unico grido
Forza paris. Sarebbe bello che i militari in servizio (ma mi
auguro anche quelli in pensione) partecipassero con le rispettive
famiglie e che fossero autorizzati ad indossare la divisa. Da quando
sono in pensione non ho più indossato la divisa, ma per una
manifestazione simile la indosserei... per la penultima volta.
Giusto per far capire ai “soliti personaggi” che anche una
maggioranza silenziosa si può rompere i coglioni (le signore mi
perdonino), come successe, fatte le debite proporzioni, alla SASSARI
nel giugno del 1916 e nella primavera del '17 quando la Brigata si
ammutinò. Così come andarono le cose c'erano i motivi per farlo e...
temo che mi sarei ammutinato anch'io. Ma questa volta si tratterebbe
di un ammutinamento simbolico nei confronti dei “soliti personaggi”,
sia di quelli solo disinformati, sia di quelli in malafede, figure
che a forza di ripetere slogan senza senso finiscono per crederci;
figure che però possono diventare pericolose perché puntano a
condizionare le maggioranze silenziose per conseguire il proprio
interesse, che non coincide mai con quello della collettività. Ma è
ovvio che un “ammutinamento” simile non possa essere neanche
concepito. Però, a pensarci bene e fatte sempre le debite
proporzioni, i bisnonni dei nostri volontari si ammutinarono perché
“si erano stufati” di essere mandati ad inutili macelli, ed
era una questione di vita o di morte; ma anche per i loro pronipoti
sarebbe una una questione di sopravvivenza vivere in Sardegna o
dall'altra parte del mare. In questo secondo caso i costi finanziari
e morali sarebbero molto elevati, perché gli affitti costano e
spostarsi in aereo o in nave oltre che costoso è complicato.
Sinnai, 27 settembre 2014
Generale Nicolò Manca
(primo comandante sardo della Sassari)
le bandiere di guerra
dei reggimenti della brigata sassari schierate per la cerimonia di
avvicendamento del 26/09
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PAOLO
VACCA
GEN. NICOLO' MANCA
28° Comandante (e primo sardo) della Brigata SASSARI
Si dimise dall'Esercito in segno di protesta per la campagna di stampa
contro le Forze Armate dopo la missione Ibis in Somalia. Nel 2013
ha restituito le onorificenze di Cavaliere, Ufficiale e Commendatore
dell'Ordine “Al merito della Repubblica Italiana” per protestare per
il comportamento dei politici nel caso dei Fucilieri di Marina tenuti
in ostaggio in India
il
punto di
GIANGABRIELE CARTA
IL POLIGONO
DI CAPO TEULADA E LA BRIGATA SASSARI
il
punto di
NICOLO' MANCA
POLIGONI
MILITARI, SALUTE E TUTELA DELL'AMBIENTE
IL MUSEO DEL 3°
Sa mezzus gioventude
ABBRACCI
Il Glorioso TERZO