Il primo sardo ucciso nella Grande Guerra non fu un fante, ma un marinaio: il sottocapo Luigi Olla, ventitreenne di Quartu. L’Italia era entrata nel conflitto da poche ore quando la torpediniera Turbine si lanciò contro alcune navi austriache che stavano attaccando il porto di Barletta. Nello scontro Olla rimase ferito a morte. Erano le quattro del mattino del 24 maggio 1915.
Pochi giorni dopo, il 31, nel
settore di Tolmino, morì il primo soldato sardo, Alberigo Lorrai,
del 41° reggimento di fanteria.
A giugno i Caduti provenienti dall’Isola furono 194, fra cui il primo “sassarino”:
il caporale di Arbus Silvio Sitzia, arruolato nell’appena costituito
151° reggimento di fanteria e colpito nel furibondo attacco al Monte Col
di Lana del 15 giugno. Ebbe una Medaglia d’Argento al Valor Militare
alla Memoria.
Quel giugno morirono 104 sardi, più del doppio nel mese successivo (361)
in un crescendo di croci che salirà a 3187 nel 1916, poi a 3880 nel 1917
e 3902 nel 1918.
Ma i militari sardi, a causa delle ferite, continuarono a morire anche a
guerra conclusa: 461 nel 1919 e 141 nel 1920.
IL TRIBUTO DI SANGUE
Questi numeri non sono aride cifre,
ma ciascuno rappresenta la storia di un sardo, dai giovanissimi ai più
anziani, chiamati a combattere in una guerra lontana da casa che si
trasformerà in un immenso mattatoio. Almeno 650 mila gli italiani morti
nel conflitto, ma c’è chi sostiene siano oltre 700 mila.
I sardi caduti - secondo l’Albo d’Oro ufficiale del 1938 custodito negli
Archivi militari - sono 13.602, di cui 11.069 morti accertati, 2010 i
dispersi e 523 gli scomparsi, in gran parte periti in mare
nell’affondamento delle navi, sepolti da valanghe in montagna o deceduti
in prigionia.
L’ALBO D’ORO ONLINE: 1600 NOMI IN
PIÙ
C’è però una novità a riguardo: da
poco tempo esiste sul web un sito innovativo realizzato da uno
studioso di Tempio, Guido Rombi, che ha digitalizzato l’intero Albo
d’Oro, completandolo con l’aggiunta di circa 1600 nomi che non
risultavano nell’Albo ufficiale. Di ciascun caduto è possibile trovare
la data di nascita e morte, la provenienza, la sepoltura, e altri
riferimenti.
Il database
grandeguerrasardegna.it è già finito e compare su internet in
una presentazione dimostrativa con 700 nomi. È il risultato di un
impegnativo lavoro iniziato oltre 15 anni fa con grande passione e
fatica, ma questo sito attende ancora di essere pubblicato nella sua
interezza e messo a disposizione di tutti i sardi, perché l’autore
sinora non ha trovato alcuno sponsor e patrocinatore istituzionale,
nonostante le promesse e le manifestazioni di interesse che ha avuto da
assessori e amministratori anche durante diversi eventi pubblici.
IL NUOVO SITO DI CARLO FIGARI
Dell’Albo d’Oro realizzato da Rombi
parla approfonditamente Carlo Figari nel suo sito avviato di recente
sul web, dedicato all’attività di giornalista e di storico. Intitolato
“Cronaca, Storia, libri… non solo Sardegna” il
sito CarloFigari.it già accoglie numerosi post sulla Grande
Guerra e sulla Brigata SASSARI con i Pdf dei 16 inserti speciali
dedicati all’anniversario del Centenario della Vittoria e pubblicati da
L’Unione Sarda nel 2015.
Il sito, nelle intenzioni dell’Autore, si propone come un archivio in
cui raccogliere articoli, saggi e riferimenti bibliografici a temi a lui
cari, che ha curato durante i quarant’anni di lavoro all’Unione Sarda e
per i propri studi.
Il lavoro sul sito è appena all’inizio, ma Figari conta di dare un
rapido impulso e di riempirlo di contenuti anche grazie ai contributi
“esterni” di esperti, di storici e di colleghi giornalisti.
Inviato dal giornale a Nassiriya al seguito della SASSARI nel
2004, ha sempre seguito con professionalità e affetto le vicende della
Brigata tutta sarda, ma nel contempo ha modo nel sito di dare spazio
anche agli altri corpi in cui i Sardi hanno militato con onore. Un
saggio, per esempio, parla della Brigata CAGLIARI che si è distinta in
molte guerre, ma a cui il capoluogo sardo non ha neppure dedicato una
strada.
"La finalità del sito - spiega Figari - è di mettere
a disposizione di studiosi, giornalisti e appassionati il materiale
raccolto e pubblicato in gran parte nel corso degli anni, proprio come
un archivio pubblico e, grazie ai link, di dare la possibilità di
collegarsi direttamente con le fonti originali".
"Il mio sito punta soprattutto - aggiunge Figari, che ha
insegnato giornalismo all’Università di Cagliari - ad approfondire
la sezione dedicata alla storia della stampa, dei quotidiani e dei
giornali in Sardegna, un tema ancora molto da studiare".
Giornalista e scrittore, già vicedirettore del quotidiano “L’Unione
Sarda”, Carlo Figari è autore di numerose pubblicazioni, tra le
quali "Leopoli, il mistero dell'armata fantasma" (1995), "El Tano.
Desaparecidos italiani in Argentina" (1999), e "Dalla linotype al web. I
quotidiani sardi dalle origini ad oggi e l'avventura di Video on line"
(2014). Nel 1998 ha vinto il Premio Saint Vincent per un servizio
televisivo dedicato ai désaparecidos sardi in Argentina. Ha svolto il
servizio di leva come ufficiale di complemento nella Marina Militare e
ha effettuato, come addetto alla Pubblica informazione, una campagna per
la protezione del mare a bordo di Nave "Amerigo Vespucci".
Col nostro giornale online ha avviato una
preziosa collaborazione, pubblicando articoli,
note, inchieste e portando alla nostra
attenzione la storia dimenticata di Borgo
Sardegna.
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