Speciali

 

il punto di
  GIANGABRIELE CARTA

IL POLIGONO DI CAPO TEULADA E LA BRIGATA SASSARI

 il punto di
 NICOLO' MANCA

POLIGONI MILITARI, SALUTE E TUTELA DELL'AMBIENTE

 

il punto di
 GIANFRANCO SCALAS

 

lettera aperta
al Presidente Regione Autonoma Sardegna, Francesco Pigliaru

RENATO CAMMARATA
DELEGATO COCER ESERCITO


 

 

 

 

 

 AGGIORNAMENTO 


 

CAGLIARI, 20 MARZO 2015 - Mentre il procedimento penale n. 452/12 Reg. GIP sulle attività del Poligono è fermo in attesa della decisione della Corte Costituzionale sulla questione di legittimità posta dal Tribunale di Lanusei, dopo che la Regione Autonoma della Sardegna si è costituita in giudizio, chiedendo il  risarcimento del danno ambientale che, invece, per l’art. 311 del decreto legislativo n. 152/2006  spetta allo Stato, le indagini tecnico-scientifiche sono andate avanti.
La società AMBIENTE Ingegneria Ambientale e laboratori ha consegnato la relazione tecnica che era stata commissionata dalla NATO Support Agency (NSPA) e dal  Poligono Interforze Salto di Quirra con contratto n° LG-UR/4500268844 del 15 Gennaio 2013. Anche la perizia della società AMBIENTE, datata 10 Gennaio 2015, conferma le conclusioni del consulente tecnico del Tribunale di Lanusei, prof.  Mario Mariani, coordinatore della Sezione di Ingegneria Nucleare del Politecnico di Milano:

NESSUN DISASTRO AMBIENTALE

COME E' STATA CONDOTTA L'INDAGINE
La società AMBIENTE  ha operato in esecuzione di due Piani di Caratterizzazione delle quattro aree del PISQ (tre di quello "a terra" ed uno di quello "a mare") indicate dal pubblico ministero di Lanusei come quelle maggiormente contaminate, in quanto caratterizzate da "più intensa attività operativa". I Piani di Caratterizzazione sono stati approvati nel corso di due Conferenze dei Servizi svoltesi nel primo semestre del 2012 ed i relativi contenuti (diventati il capitolato del Bando di Gara d'appalto Internazionale bandito da NSPA) hanno accolto integralmente le metodologie, i protocolli operativi, gli obiettivi di ricerca e perfino la posizione di ogni singolo punto di prelievo dei campioni (top soil, sedimento E/O piezometri) indicati dall'ARPA Sardegna di concerto con l'Assessorato dell'Ambiente della Regione Autonoma della Sardegna, le due Province interessate, le ASL 8 e 4, i 12 comuni del Sarrabus e dell'Ogliastra.
Il Ministero della Difesa si è assunto integralmente gli oneri finanziari della nuova indagine ambientale resa obbligatoria dall'applicazione del D.Legs. 152, e ha operato con la massima trasparenza e condivisione con i cosiddetti "portatori d'interesse locali" e, soprattutto, ha recepito integralmente le prescrizioni dell'ARPA Sardegna che svolge il cruciale ruolo di Autorità di controllo/validazione dei risultati. L'ARPA Sardegna, in perfetta autonomia (ma sempre a spese dell'Amministrazione Difesa) ha effettuato i propri riscontri di laboratorio in qualificati Centri sia isolani, sia della penisola, con l'esecuzione di ulteriori analisi dei campioni prelevati e depositati dalla società AMBIENTE .


LE TRINCEE ESPLORATIVE PER LA RACCOLTA DEI CAMPIONI IN PROFONDITA'

I RISULTATI DELL'INDAGINE
I risultati ottenuti dalla società AMBIENTE  attraverso le analisi sui campioni di terreno prelevati nell'area del poligono a terra e in quello a mare di Capo San Lorenzo hanno evidenziato una sostanziale conformità ai limiti previsti dalla legge sulla “Concentrazione Soglia di Contaminazione [CSC] nel suolo e nel sottosuolo (riferiti alla specifica d’uso dei siti da bonificare” – “Siti ad uso commerciale ed industriale”). L’uranio presente nei terreni dell’area campionata  (eseguiti 65 prelievi) è caratterizzato da valori del rapporto isotopico 235U/238U che oscillano attorno a quello dell’uranio naturale. Le oscillazioni osservate sono probabilmente ascrivibili a incertezze analitiche. Per quanto concerne la concentrazione di Uranio, i valori misurati in Accu Perda Majori risultano maggiori rispetto ai valori misurati sugli altri siti (Is Pibiris, Zona Arrivo Colpi e Capo San Lorenzo). Con i dati attualmente a disposizione, è scritto nella relazione, è possibile escludere la presenza di uranio impoverito (depleted uranium) in Accu Perda Majori così come è da escludere una rilevanza ai fini di rischi radiologici della relativa abbondanza di Uranio rispetto alle altre aree del poligono. Non si hanno, al contrario, informazioni sufficienti per poter attribuire, in modo certo, a cause naturali la relativa abbondanza di Uranio riscontrata nell'area.
Per il Torio e il Tungsteno misurati nei terreni (analisi su 65 campioni) è ipotizzabile un’origine naturale, in base all’unimodalità dei rispettivi diagrammi di probabilità. Per i composti esplosivi misurati nei 33 campioni di terreni e 6 campioni di acque, sono stati determinati valori tutti inferiori al limite di rivelabilità (detection limit). Il Torio misurato su sei campioni di acque è risultato sempre inferiore al detection limit (0.5 µg/L), mentre l’Uranio è sempre inferiore a 4 µg/L. I risultati delle indagine radiometriche condotte su quattro campioni di terreni e un campione di acqua non evidenziano particolari criticità radiometriche ed i livelli di concentrazione misurati risultano tipici del fondo ambientale. Le conclusioni dell'ultima indagine ambientale sul PISQ sono ampiamente dettagliate nelle relazione tecniche stilate per ognuna dele aree sottoposte ad esame e corredate di grafici e schede particolareggiate che riportano anche la rilevazione GPS del punti e la documentazione fotovideo delle attività.


 UNO DEGLI SPECIALI CONTENITORI PER IL MATERIALE ESTRATTO DAL TERRENO CON I CAROTAGGI

LA RELAZIONE MARIANI
E' interessante proporre a questo punto alcuni passi della relazione del consulente tecnico del Tribunale di Lanusei, prof. Mario Mariani, evidenziando la univocità delle conclusioni cui sono arrivate le ultime indagini scientifiche compiute nell'area del PISQ.

"Volendo concludere è possibile affermare che, sulla base dei campioni di suolo ed acque prelevati, non siamo in presenza di un disastro ambientale. È possibile notare che i valori dei diversi parametri ottenuti nel corso di questa campagna analitica non sembrano discostarsi molto dai valori riscontrati durante le precedenti indagini analitiche. Nelle zone interne al Poligono è possibile che fenomeni di dispersione di polveri fini abbiano contribuito a variare il contenuto elementare di suoli caratterizzati in origine da geo-litologie con diversa composizione chimica. ( ... ) Uranio-238 e Torio-232 (U-238 e Th-232) sono radionuclidi naturali primordiali (detti anche radio-elementi), con tempi di dimezzamento molto lunghi (comparabili con l’età della Terra) e presentano una distribuzione praticamente ubiquitaria nella crosta terrestre con valori di concentrazione di attività (normalmente indicati in Bq/g o kBq/kg - Becquerel/grammo o multipli) variabili a seconda del tipo e delle quantità di minerale presente e, soprattutto, con notevoli variazioni di tali valori in funzione del luogo. I decadimenti radioattivi di U-238 e Th-232 (capostipiti) producono una serie di radionuclidi figli (progenie) costituiti da isotopi dello stesso elemento e/o da elementi di tipo diverso dal capostipite, con caratteristiche fisiche molto variabili in termini di tempo di dimezzamento, tipo di decadimento radioattivo, energia e tipo di radiazione emessa e, nel caso di elementi diversi dal capostipite, anche di comportamento chimico" ( ... ).

"Tutto ciò, nel complesso, consente di affermare che se si fossero commessi errori (anche non trascurabili) nel sottostimare il contenuto di uranio e torio presenti nei suoli, i margini sono talmente ampi da garantire una valutazione più che cautelativa del rischio radiologico anche nei confronti di eventuali sottostime analitiche rilevanti. A tal proposito è comunque bene sottolineare che la sottostima analitica riscontrata e riscontrabile per alcuni minerali naturali di torio e dovuta alla difficoltà di attacco acido in microonde di queste matrici naturali particolarmente resistenti, non avrebbe luogo qualora torio e uranio presenti avessero una origine antropica. I valori limite calcolati, di 73,9 mg/kg per il torio-232sec e 34,6 mg/kg per l’uranio-238sec, confrontati con i valori medi del luogo ci pongono quindi in una condizione di totale sicurezza dal punto di vista radiologico, e ciò anche nei confronti dei valori di picco trovati per uranio e torio nel PISQ qualora questi fossero per intero ascrivibili a immissione antropica. Inoltre, mentre per l’eventuale utilizzo di uranio depleto all’interno del poligono non vi sono dati certi, almeno per il torio è noto che l’aggiunta antropica dovrebbe ammontare al massimo a c.a 3200 grammi (provenienti dai 1187 missili Milan fatti esplodere dal 1986 al 2003), quantità scarsa per causare un apprezzabile apporto di torio antropico nel suolo di un’area di alcuni ettari.
In conclusione è necessario ribadire che: i radionuclidi difficilmente sono in equilibrio secolare; che i valori medi di uranio e torio naturali dentro e fuori da poligono sono noti e sono stati considerati cautelativamente totalmente antropici (ipotesi poco realistica; che questi valori comunque risultano di gran lunga inferiori ai valori per il livello di Esenzione e Rilascio indicati dalla RP 122. Pertanto la situazione reale dei luoghi corrisponde ad un contesto di rischio radiologico che è di molto inferiore a quello corrispondente al limite di esenzione più basso riportato nella RP 122. In particolare, la condizione prevista come ipotesi di lavoro al fine di porsi nella condizione di Esenzione e Rilascio (che comporta dosi inferiori a 300 µSv/anno), alla luce delle considerazioni sopra esposte, è talmente cautelativa da indicare che una più realistica situazione dei luoghi risulta probabilmente molto prossima a livelli di NON RILEVANZA RADIOLOGICA (che si verifica per dosi inferiori a 30 µSv/anno). Ciò potrebbe quindi portare a considerare irrilevante dal punto di vista radiologico il contributo di dose a seguito delle diverse attività dei lavoratori e dei membri del pubblico che, a vario titolo, si espongono al fondo di radioattività considerato e presente dentro e fuori dal PISQ".


RACCOLTA CAMPIONI

CONCLUSIONI
L'indagine tecnico-scientifica condotta dalla società AMBIENTE  ha  prodotto risultati sovrapponibili a quelli ottenuti dall'Università di Siena, dalla Società SGS e, più recentemente, dagli specialisti del Centro Chimico dell'Aeronautica Militare e dal consulente tecnico del Tribunale di Lanusei, prof. Mario Mariani.
Tutti gli esami portano a escludere sia pericoli diretti per la salute pubblica (ipotizzati dalla autorità inquirente di Lanusei), sia pericoli derivanti dalla supposta immissione di elementi nocivi nella catena alimentare. A questo proposito è necessario richiamare gli esiti dell'indagine condotta dall'Istituto Zooprofilattico della Sardegna (IZS) presentata l'8 Novembre 2011 a Cagliari dall’assessore regionale della Sanità Simona De Francisci e illustrata dal direttore dell’Izs Antonello Usai (CONSULTA LA RELAZIONE).
Viene meno ogni esigenza di bonifica ambientale nelle aree demaniali costituenti i Poligoni "a terra" e "a mare".
La presenza militare non ha portato alla "desertificazione" del territorio e non ha fatto insorgere la cosiddetta "Sindrome di Quirra", sindrome peraltro mai riconosciuta dalle autorità sanitarie.
Quando il procedimento penale
 n. 452/12 Reg. GIP di Lanusei sarà concluso, sarà interessante scoprire chi, e mosso da quali interessi, abbia orchestrato la campagna contro i poligoni addestrativi, in un momento storico caratterizzato dal forte impegno delle nostre Forze Armate in missioni NATO e ONU.

 

 

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