continua il contributo dei nostri lettori al dibattito sul tema della presenza militare in Sardegna

Caro Direttore,
scrivo in merito alle strumentali polemiche che hanno riguardato l’amatissima Brigata SASSARI in occasione delle celebrazioni per il 70° anniversario della Repubblica Italiana, con specifico riferimento alla parata militare.

La SASSARI non doveva sfilare, non per qualche ragione particolare, ma semplicemente perché impegnata in operazioni fuori dal territorio nazionale e, pertanto, non disponibile all’esigenza. Ciò è sempre accaduto anche per tutte le altre Brigate dell’Esercito che, all’anniversario del 2 giugno, si trovavano fuori dai confini nazionali.
Certe affermazioni - ribadisco, strumentali - dei sempre ben informati (ma che in realtà non lo sono affatto), non fanno altro che esacerbare i già difficili rapporti di comunicazione tra lo Stato e la Regione Autonoma della Sardegna e, se vogliamo, tra i Sardi e i loro governanti nazionali. Le valutazioni fatte dalla stampa locale e da certi editoriali (cfr. Ettore Licheri, La Nuova Sardegna del 4 giugno 2016) sulla questione - che non esiste - quindi sono molto lontani dalla realtà che hanno la presunzione di conoscere, facendone addirittura un discorso culturale. Ma stiamo scherzando? Oppure dobbiamo continuare a ragionare come ai tempi di Giommaria Angioj e della cacciata dei piemontesi oppressori?
Sardinia est Italia, piaccia o no!
Peraltro, l’Esercito è composto di 11 Brigate (al momento) con pari dignità e non tutte hanno la possibilità di sfilare (alcune, come la Pinerolo, non l’hanno mai fatto e altre, come l’Aosta l’hanno fatto quest’anno per la prima volta, pur essendo molto più antiche della SASSARI). Non è possibile far sfilare tutti, questo credo sia evidente e comprensibile a chiunque, sia per ragioni di tempi e di spazi nell’ambito della sfilata (che vengono concordati a livello Difesa per dare la giusta visibilità a tutte le F.A. e ai Corpi Armati e non dello Stato) sia per ragione dei costi del personale (e solo quelli, giacché di mezzi non ne sfilano più da diversi anni).
Inoltre, gli stessi Sassarini non si aspettavano di essere convocati in fretta e furia per poter decorosamente sfilare per via dei Fori Imperiali, in uniforme storica, tenendo alto il nome che si sono faticosamente ritagliati nell’ambito della Difesa (nulla gli è mai stato regalato, tutto è stato guadagnato, anche con il sangue della nostra gente). Ovviamente, ciò ha comportato il non sfilamento di altri che, invece, si erano preparati a farlo. Cosa dovrebbero dire questi? Fare la rivoluzione? Ma dai.
Credo che un po' di sobrietà e buon senso nelle valutazione e di ciò che si va a raccontare alla gente con roboanti titoloni non faccia male.
Piuttosto, bisognerebbe chiedersi: ma il rispetto della SASSARI e della Sardegna con i suoi atavici problemi lo si ottiene solo facendo sfilare i suoi figli in uniforme che cantano a comando? Mica siamo al circo equestre. Ci vuole ben altro, quindi certe affermazioni relative all’ormai usato e abusato termine di “rottamazione” potrebbero essere risparmiate. Il peso delle Servitù militari al quale ci si riferisce ogni volta quando non si hanno argomentazioni valide, meriterebbe un serio e approfondito dibattito, nel quale non siano a parlare (e non urlare slogan) solo coloro che hanno licenza di farlo liberamente senza collegare la lingua al cervello (e in giro, in Sardegna ce ne sono moltissimi), campioni nell’usare luoghi comuni e creare panico nell’immaginario collettivo.
Del resto, come tanti prima di me hanno già osservato, non mi pare che dove non ci sono le cosiddette Servitù Militari ci sia un eccezionale sviluppo economico e sociale, a meno che non si voglia spacciare come tale la progressiva “desertificazione” dei nostri paesi e la disoccupazione galoppante mitigata da lavori stagionali (come bagnini e camerieri) nei quali noi sardi siamo bravissimi. Salvo qualche eccezione.
Sempre Forza Paris!
                                                                                                                un soldato sardo dell’esercito italiano
                                                                                                                      innamorato della brigata SASSARI

CAGLIARI,  7 GIUGNO 2016.

Caro Direttore,
 ho molto apprezzato le argomentazioni del nostro "Soldato Sardo" al riguardo della sciocca polemica sulla partecipazione di un reparto della SASSARI alla parata del 2 giugno. La pretesa di molti sardi che vuole che la Brigata partecipi SEMPRE alla manifestazione romana per la Festa della Repubblica, è assolutamente fuori da ogni logica. Infatti , cosa dovrebbero dire quei Reggimenti Alpini e quei Reggimenti di Cavalleria, ricoperti come la SASSARI (ed anche di più) di Medaglie d'Oro al Valor Militare, che da anni aspettano di partecipare al 2 giugno?
Nel caso di quest'anno, poi, con il 151° in Libano, ed il 152° impiegato nell'operazione Strade Sicure che vede i soldati impegnati nel controllo dei punti sensibili di Roma e non solo, le proteste isolane hanno manifestato "un pò" di provincialismo. Tante voci sdegnate sono arrivate, guarda caso, dai quei mass-media che normalmente accusano le Forze Armate di ogni nefandezza e che riscoprono un artificiale e peloso amore per la Brigata dei Sardi solo nell'occasione di queste risibili polemiche. Siano concesse queste affermazioni ad uno che ha fatto qualcosa per la Brigata SASSARI e che rifiuta di essere coinvolto in sterili argomentazioni.

                                                                                                                                       Cordiali saluti,
                                                                                                                        gen. giangabriele carta

CAGLIARI,  8 GIUGNO 2016.

Vostra Signoria,
che mi sta in cagnesco perché difendo la Brigata SASSARI mi permetta di dirLe, con tutto il rispetto, che si sbaglia. E pure di grosso.
Mi dicono che Vostra Signoria, con il supporto disciplinato ed entusiasta di un buon numero di collaboratori, avrebbe osservato con un certo fastidio che la Brigata SASSARI altro non è che "
una qualsiasi Brigata dell'Esercito Italiano".
Se ha detto così, con tutto il rispetto, ha preso una cantonata che da Lei non mi sarei aspettata, Signoria, e chi La ha supportata e consigliata avrà anche disciplinatamente allineato la sua intelligenza al volere della linea di comando, ma non Le ha reso un buon servizio... 
LEGGI L'INTERVENTO COMPLETO

                                                                                                                                       Con tutto il rispetto di un vecchio soldato
                                                                                                                                                    maurizio sulig

 

dal 1915 ad oggi i soldati della brigata sassari hanno sempre  operato, in italia e all'estero, con impegno e sacrificio per onorare il giuramento di fedeltà alla patria. nella foto sopra: la bandiera di guerra del 152° reggimento fanteria "sassari", decorata di un ordine militare d'italia, di due medaglie d'oro al valor militare e una medaglia d'oro al valore dell'esercito, sfila in via dei fori imperiali tra due ali di folla.

 

 al lavoro in libano con l'unifil. sassarini del 151° consegnano  materiali ospedalieri e sanitari alla Croce Rossa di Tiro. Il materiale, tra cui numerosi capi di vestiario, giocattoli, sedie a rotelle, stampelle, confezioni di fermenti lattici e soluzioni fisiologiche, kit di pronto soccorso e materiali monouso da ambulatorio, sarà utilizzato dalla Croce Rossa per la normale attività del nosocomio e la successiva distribuzione presso i domicili dei malati seguiti dai volontari dell’associazione.

 

 

 

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