continua il contributo dei nostri lettori al dibattito sul tema della presenza militare in Sardegna
Sono un Soldato Italiano. Sono Sardo. Tu caro Lettore puoi
chiamarmi affettuosamente NESSUNO.
NESSUNO perché in questo momento tra indifferenza e insulti
questo è il mio stato d’animo. In periodo di elezioni mi chiamano
SIGNORE, ILLUSTRISSIMO, EGREGIO, il politico di turno viene persino
a trovarmi nella mia Caserma ma, finite le votazioni, sono sempre
NESSUNO. Sono stato in territori martoriati dalla guerra, dove
ho visto con i miei occhi distruzione, povertà, desolazione e
sofferenza, ma nel nome della mia amata ITALIA e del suo
popolo, con il tricolore sul braccio sinistro e i quattro mori nel
cuore, fedele al giuramento prestato alla Repubblica Italiana, ho
operato con impegno e sacrificio, rischiando la vita per aiutare
quei popoli.
Sono stato a OLBIA, CAPOTERRA e VILLAGRANDE STRISAILI dove, con i
miei colleghi, ho combattuto contro acqua e fango per aiutare le
popolazioni sotto alluvione. Ho lottato contro gli incendi in
diverse parti dell’Isola, affianco ad agenti forestali e uomini
della protezione civile. Ho vigilato e fornito sicurezza alla diga
sul Tirso di BUSACHI, porti, aeroporti e centrali elettriche nel
territorio regionale.
Sono stato chiamato a disinnescare ordigni bellici in diversi paesi
della Sardegna e spesso a bordo delle motovedette nei pressi di
Teulada ho soccorso profughi ed emigranti, che stremati, non
sarebbero sopravvissuti alla forza del mare.
Sono un donatore volontario dell’AVIS Sardegna, eppure nonostante il
mio zaino sia sempre pronto, per alcuni sardi sono una minaccia e un
disturbo, infatti per loro, io sono NESSUNO.
ORA BASTA!
Con la notizia della partenza dei militari Tedeschi dalla Base di
Decimomannu e la probabile chiusura della stessa base, il limite è
stato oltrepassato, la “DEADLINE” è stata varcata, pertanto
BASTA!
Sono stanco, ma non un soldato stanco, sono un SARDO stanco e
incavolato, perché non è possibile che un numero imprecisato di
persone possa manifestare contro la presenza dei militari in
Sardegna sulla base di dati palesemente infondati e falsi.
Sono STANCO di alcuni politici che a suo tempo hanno indossato il
foulard della Brigata SASSARI e ora hanno scatenato una guerra
contro i militari e le Caserme nell’Isola. Io quel foulard bianco e
rosso l'ho indossato orgoglioso per anni, per me ha un valore
indescrivibile e solo al pensiero mi viene la pelle d’oca.
Sono STANCO di essere ostaggio della componente politica del
Comitato Misto Paritetico Regionale Sardo, che con leggerezza e
indifferenza esamina e vota i programmi, i tempi e l’impiego dei
poligoni sardi, dando parere negativo e rinviando per questo e per
l’altro motivo le decisioni, magari per acquisire più gettoni di
presenza che vengono pagati dalla Regione Autonoma della Sardegna.
Rimango turbato osservando che questi signori non informano i sardi
sulle loro decisioni che, tra l’altro, hanno un riflesso negativo
sull’economia e sul futuro degli abitanti dell'Isola, come ad
esempio la mancata approvazione del progetto
SIAT (Sistema Integrato per
l’Addestramento Terrestre) di Capo Teulada, dove da due anni è tutto
fermo perché loro hanno deciso che non deve essere approvato, magari
eseguendo ordini di scuderia (politica), senza spiegare ai sardi in
cosa consiste il progetto, senza dire che ci sarebbe una drastica
diminuzione di impiego di munizionamento nelle esercitazioni
militari, a favore dell’impiego di simulatori, che ci sarebbe una
maggiore tutela ambientale e diversi posti di lavoro per i giovani
diplomati e laureati del territorio, senza dire che questo sistema
potrebbe essere molto utile anche per addestramento della protezione
civile. Senza dire che probabilmente lo Stato Maggiore
dell’Esercito, se il progetto
SIAT non parte in Sardegna, lo trasferirà in un'altra
regione Italiana, con dismissione del poligono di Capo Teulada e
pertanto chiusura della Brigata SASSARI, che non avrebbe più un
poligono dove addestrarsi. Senza dire che tale chiusura,
significherebbe circa cinquemila buste paga in meno nell’Isola,
senza dire che verrebbe a mancare tutto l’indotto di servizi e beni
che vengono acquistati dalle strutture militari presso aziende e
attività locali.
Sono STANCO di osservare manifestanti con le loro bandiere NO
SERVITU’ e sentire i loro patetici (e spesso ignoranti) discorsi
davanti alle telecamere.
Sono STANCO di leggere notizie false riportate su qualche quotidiano
sardo con lo slogan NO SERVITU’ Militari.
BASTA! Spero che i Sardi aprano gli occhi ed inizino a capire che la
situazione sta sfuggendo di mano, ed intervengano immediatamente per
porre fine a tutto ciò. Se un giorno riceverò l’ordine di
trasferirmi nella penisola, perché la Sardegna non vuole i militari
e le loro basi, da servitore dello Stato, prenderò la mia famiglia
ed eseguirò serenamente l’ordine, consapevole che la Sardegna, la
MIA TERRA, ha deciso cosi, consentendo ad altre Regioni, dove la
politica ha capito l’importanza dei militari e li considera
un'importante risorsa anche economica, di sfruttare questa
imperdibile occasione.
Io, NESSUNO, ho alzato la testa. Caro Lettore se sei al mio
fianco, COMBATTI! Condividi il più possibile questo pensiero in
tutti i modi possibili. Informiamo i cittadini sardi..
un soldato sardo
CAGLIARI, 15 GENNAIO 2016.
dal 1915 ad oggi i soldati della brigata sassari hanno sempre operato, in italia e all'estero, con impegno e sacrificio per onorare il giuramento di fedeltà alla patria. nella foto sopra: sassarini in afghanistan nel 2012. sotto: al lavoro a olbia dopo l'alluvione dell'ottobre 2015
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AUT. TRIB. CAGLIARI N. 9/13 DEL 9 LUGLIO 2013 - DIRETTORE RESPONSABILE
PAOLO
VACCA
il
punto di
GIANGABRIELE CARTA
IL POLIGONO
DI CAPO TEULADA E LA BRIGATA SASSARI
il
punto di
NICOLO' MANCA
POLIGONI
MILITARI, SALUTE E TUTELA DELL'AMBIENTE
lettera aperta
al Presidente Regione Autonoma Sardegna, Francesco Pigliaru
RENATO CAMMARATA
DELEGATO COCER ESERCITO
ANTONSERGIO BELFIORI
Delegato Nazionale
COCER INTERFORZE