SILVIA AMADORI
MASSIMILIANO CARBONI
ROSSELLA LAQUALE
ELISABETTA LOI
NICOLO' MANCA
LUIGI MOI
VALENTINA MURA
DEBORA MUSU
EBE PIERINI
ALBERTO PINNA
MARIO PINNA
OLIVIERO PLUVIANO
MAURIZIO SULIG
PAOLO VACCA
LA TESTIMONIANZA DEL SOTTUFFICIALE DI CORPO SULLA MISSIONE
HERAT, 12 MARZO 2012 - Sono il
Luogotenente Mario Pinna e sono stato nominato Sottufficiale di
Corpo della Brigata Meccanizzata “Sassari” per il periodo della
missione. A cinquantadue anni sono il più anziano sul campo, e anche
per questo sono a stretto contatto con il Comandante. Rappresento la
categoria dei Sottufficiali e quella dei graduati di Truppa in
questa missione. Dopo oltre trent'anni che indosso questa divisa e
aver vissuto anche questa esperienza, penso che il nostro motto
Forza Paris (forza insieme) abbia un significato ancora forte
soprattutto qui. Perché c'è sempre il bisogno di sentire parole di
conforto, da quello che viviamo e che vediamo ogni giorno, ma
servono anche i fatti ovvero azioni giornaliere per cambiare le cose
ed aiutare questo paese a rinascere. La storia della Nostra Brigata
è un valore sentito anche dai colleghi di altre lingue, altre terre.
La costante di ogni missione è lei: la paura. Il timore di andare
per le strade o zone impervie ti rende un fascio di nervi ed un
trasportatore abusivo di adrenalina . Perchè qui una tavola di legno
tra le montagne rocciose o nel deserto non è usuale e potrebbe
nascondere una mole di esplosivo capace di far saltare in aria un
uomo o un “Lince”. Dopo averla vissuta da giovane nel 1982 a Beyrut,
è normale che il mio pensiero vada ai ragazzi che si trovano nelle
FOB (Basi Operative Avanzate), quelli in prima linea, quelli che
sono a stretto contatto con gli insurgent, quelli che giornalmente
pattugliano centimetro per centimetro gli itinerari che la
situazione operativa impone, quelli che operano in silenzio anche
contro il fattore climatico ed altri inevitabili disagi. E penso a
tutti i familiari dei soldati, di qualsiasi nazionalità, ai loro
pensieri e preoccupazioni. Ma, nonostante questo, chiedo loro di
stare tranquilli, perchè i vostri cari, sotto l’attenta guida dei
Comandanti, sono persone eccezionali e preparate professionalmente,
che sanno come affrontare le più disparate situazioni al fine di
raggiungere gli obiettivi prefissati. E' una missione in sostegno
alla popolazione civile, per assicurare la sicurezza e la ripresa
delle attività umane. Le facce viste a Beyrut nell'82, o a Sarajevo
dieci anni fa, le vedo qua. Sono facce dove la povertà, la
sottomissione e la mancanza di risorse essenziali come l'acqua e la
corrente elettrica in casa, rimarcano l'importanza della nostra
presenza in Afghanistan. Perché tutto serve in questa terra
martoriata da decenni di guerra. La famiglia è la nostra forza,
quella che a volte ti manca perché anche il soldato ha un cuore. Non
c'è ora, minuto della giornata che non pensi alla mia, a quanto mi
supporti e condivida la scelta di essere qui. E' la voce che ti fa
sentire la vicinanza di casa, oltre ogni distanza. E adesso, a
pensarci bene, non va poi così male: se penso che trent'anni fa
l'unico mezzo per sentire mia moglie era una lettera, ora vedo i
miei figli con un computer. Manca poco ormai alla fine della
missione poi torneremo a casa, ai festeggiamenti per il rientro e
dove ognuno di noi potrà raccontare gioie e dolori di un’esperienza
che rimarrà indelebile nella nostra mente. A tutti voi potenziali
lettori di questa missiva dico: non dimenticate gli amici del 66°
rgt. che ci hanno lasciato, in circostanze assurde, Francesco – Luca
e Francesco Paolo. Onore a loro. Un saluto affettuoso a tutto il
sito. FORZA PARIS!
LUOGOTENENTE MARIO PINNA
Il Luogotenente Mario Pinna durante la distribuzione di doni ai bimbi afghani
MARIO PINNA
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